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Isabella Berardi
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L’arte di buttare puntata 2: quali sono le tecniche migliori per buttare le cose superflue
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I libri di moda

L’arte di buttare puntata 2: quali sono le tecniche migliori per buttare le cose superflue

Secondo appuntamento con l’arte del buttare: se settimana scorsa abbiamo visto quali sono le abitudini negative che ci impediscono di sbarazzarci delle cose in eccesso, oggi vedremo le tecniche per buttare suggerite da Nagisa Tatsumi, esperta giapponese del tema e autrice del bestseller  L’arte di buttare: Come liberarsi delle cose senza sensi di colpa, edito da Vallardi.

 

Noi e il buttare

“Buttare non è solo una questione di riordino e di organizzazione ma un modo di relazionarsi con gli oggetti”

Questa frase di Nagisa Tatsumi riassume in modo magistrale lo spirito del libro. Se le nostre case sono ingombre di oggetti è perché noi lo permettiamo, perché accumuliamo e poi perché, per ragioni che risiedono nella nostra mente e per abitudini sbagliate, non riusciamo a buttare.

La mia esperienza con il buttare

Nel mio caso, cosa me ne faccio di quei campioncini di un profumo che odio che mi si accumulano nei cassetti? O di quei vestiti in cui non entrerò più perché la taglia 38 che avevo prima della gravidanza è ormai un miraggio? Sono cresciuta con una nonna che aveva passato il periodo della Seconda Guerra Mondiale, con scarsità di cibo  e risorse: per lei buttare era “un pécat mortal”, un peccato mortale, e riciclava e teneva le cose fino a che non erano distrutte. Certo non spendeva tutto quello che spendo io in vestiti, libri, trucchi, arnesi per la cucina etc. C’era solo quella pentola, quel cappotto buono, un paio di gonne e un paio di scarpe. Stop.

Agire subito

Tornando al libro… il segreto è agire subito. Dire “lo faccio dopo” non funziona: ci ritroveremmo con gli scatoloni che ingombrano le stanze o la cantina. Buttare inoltre non vuol dire “gettare nella spazzatura” ma “levarci qualcosa di torno” che può significare: vendere su Ebay, vendere ai negozi dell’usato, dare a fratelli o sorelle, dare ai cassonetti dell’Humana etc.

Le dieci regole di Nagisa Tatsumi

  1. Buttare senza guardare, utile per vecchie riviste, pubblicità arrivata per posta, volantini, vestiti e oggetti già stipati in scatoloni.
  2. Buttare in questo preciso momento senza rimandare a dopo.
  3. Buttare una volta superata la quantità stabilita. Esempio, il cassetto della biancheria intima: quando straripa di reggiseni e mutandine è ora di buttare qualcosa. Stesso vale per quello dove tenete i piatti o quello della biancheria della casa. Per me è quello dei jeans…
  4. Buttare una volta stabilito un tempo definito. Fissate un tempo – un mese, un anno, tre anni, e trascorso questo tempo fate un bilancio delle cose necessarie e di quelle superflue
  5. Buttare a intervalli regolari. Stabilire intervalli al termine dei quali controllare se tenere o buttare certe cose.
  6. Buttare anche le cose che non avete usato fino in fondo, se sono oggetti superflui. Anche se non sono consunte e sfinite, se non le usiamo, non ci danno emozioni, sono da eliminare (o dare via, o vendere etc). A questa categoria appartengono anche trucchi e cosmetici: quanti prodotti avete e quanti in realtà ne usate?
  7. Stabilire dei criteri precisi per buttare: es. definire una quantità precisa, definire un periodo, decidere di buttare una cosa vecchia quando ne prendete una nuova etc.
  8. Creare tante destinazioni per quello che si butta, Es. “Da vendere”, “da regalare” etc.
  9. Cominciare dalle piccole cose. Partite da un luogo piccolo e iniziate a riordinare/buttare da lì. Es. Nagisa parla del tavolo della cucina. Stabilite che non debba più essere ingombro di carte, scatole dei biscotti, riviste. Partire da lì e buttate di conseguenza.
  10. Dividersi i compiti. Se abbiamo un marito e dei figli, ognuno deve fare la sua parte.

La mia regola preferita

E’ la 9: partire dalle piccole cose. Se mi trovo davanti ad un lavoro enorme da fare, tipo buttare le troppe cose che ho nell’armadio, probabilmente mi scoraggerò e non porterò a termine il lavoro. Occuparmi invece di un piccolo spazio, sistemarlo bene buttando il superfluo, mi renderà felice e aumenterà la mia autostima e la capacità di riuscirci davvero.

Voi cosa ne dite? Quale è la vostra regola preferita?

 

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Sull'autrice

Sono Isabella Berardi e, dal 2015, svolgo la professione più bella del mondo: la social media manager.
Con i miei percorsi formativi e con consulenze personalizzate, aiuto i piccoli brand creativi del settore moda, accessori, food, wellness e yoga a comunicare meglio la propria attività ed eccellenza sui social network e nel mondo digitale.
Se parti da zero, quindi, sei nel posto giusto!

error: Buongiorno, questo contenuto è protetto, spero che capirai, ma non voglio che le mie immagini girino senza il mio consenso. Grazie di cuore