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Isabella Berardi
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10 pezzi che parlano di me. Quali sono i tuoi?
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Questione di stile

10 pezzi che parlano di me. Quali sono i tuoi?

Come indossare i cropped pants/pantaculotte

Domenica e lunedì prossimo sarò a Milano per seguire il mio terzo corso di consulenza d’immagine. Una delle esercitazione che mi è stata chiesta di preparare dall’insegnante è di portare i 10 vestiti che mi rappresentano di più. Voglio condividerli con te, raccontandoti anche un po’ della mia storia, nella speranza che anche tu mi confidi quali sono i tuoi, almeno uno.

I vestiti raccontano la nostra identità, la nostra storia, il nostro modo di percepire il mondo… non sono solo pezzi di stoffa o scarpe.

Ci ho messo anni per capire quale fosse il mio stile e, quindi la mia identità, per sentirmi sicura di me stessa.

Ci ho messo anni anche per capire che è più importante lo stile della moda e a trattenermi dal comprare cose che non fanno per me, solo perché “ora sono di tendenza”.

Da tutto questo complicato 😉 processo, nasce questa lista dei capi che mi rappresentano.

1. I jeans a zampa: da ragazza nata negli anni Settanta, che adora gli anni Settanta, i jeans a zampa sono un capo irrinunciabile! Tra l’altro, se presi con la parte terminale in misura “discreta”, quindi non con zampe giganti, sono jeans che possono valorizzare quasi tutte le fisicità.

2. I miei giubbini in pelle ed ecopelle: per me sono come il prezzemolo, stanno bene su tutto. Mi fanno sentire rock e danno un tocco grintoso anche al vestito più romantico.

3. Bluse in seta/viscosa/chiffon. Quest’anno ne ho rovinate tre color avorio in seta a causa di lavaggi sbagliati: due le ho proprio dovute buttare, una l’ho salvata tingendola in color verde militare e ve le farò vedere nei prossimi post, perché è uscita veramente bene ed ho evitato di buttare un capo che amo tanto.

Adoro questo  tipo di bluse perché mi fanno sentire femminile, per la sensazione della seta che accarezza la pelle, per l’aspetto prezioso che donano subito anche all’outfit più basico.

Anche in questo caso, questa scelta racconta un po’ di me. Quando ero molto giovane, le uniche cose che mi potevo permettere erano in un negozio che si chiamava “I tre prezzi” a Brescia: tutto 10, 20 e 30 mila lire! Chiaramente a questa cifra non si poteva fare tanto gli schizzinosi sui tessuti… Quando andava bene c’era del cotone negli abiti, nella maggior parte dei casi ci si doveva accontentare di fibre sintetiche.

Ricordo che fantasticavo sul fatto che un giorno avrei avuto capi migliori…. e oggi, quando me lo posso permettere, scelgo sempre capi con tessuti naturali, come la seta appunto.

4. Pelliccia ecologica leopardata: da piccola ODIAVO il leopardato e ODIAVO le pellicce ecologiche leopardate. Alla cresima, mia mamma me ne aveva fatta fare una dalla sarta e, mentre tutte le mie compagne indossavano il bomber o l’Husky – ve li ricordate ;-),  io avevo il leopardo :-(.

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Ora mi piace perché è un classico che non passa mai di moda e che si può reinterpretare in mille modi differenti.

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Con i jeans a zampa e un bel cappello a tesa larga per un look anni Settanta; con il tubino nero, il filo di perle e la borsetta a mano per un allure più alla Grace Kelly.

5. la mia borsa baguette di Fendi. Quando ho comprato questa borsa, al 50% ai saldi nel lontano 2001, ero al telefono con un tizio che mi stava piantando. Lui era l’amore della mia vita, quello per cui avevo avuto un colpo di fulmine e quello per cui avevo piantato il mio storico fidanzato con cui uscivo da quattro anni e mezzo e che stavo per sposare.

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La nostra “relazione” – non eravamo neanche fidanzati ma “ci beccavamo fuori”- già questo doveva farmi capire tutto,  naufragava dopo neanche tre mesi.

Nonostante poi abbia sofferto come un cane per mesi per questo idiota, fu lui a farmi capire che potevo essere “diversa”. Diversa da quel look da signora perbene che mi costringeva a mettermi l’altro, che mi voleva solo con lo stile classico e sbuffava ogni volta che indossavo un paio di jeans. Sembravo già una vecchia a 23 anni!

Quella borsa in jeans, con i grandi fiori in rafia, la prima firmata che mi potessi comprare, rappresentava la nuova me.

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Al momento, mi era sembrato che “appagasse” l’assenza del tizio. Chiaramente non era così. Come ho già spiegato in alcuni post, le cose non sostituiscono le persone.

A distanza di anni, quella borsa è ancora in grado di rendere speciale qualsiasi look oltre a ricordarmi che sono riuscita a sopravvivere allo tsunami emotivo che fu quella separazione.

6. il blazer nero con un bottone: il blazer con un bottone è un altro passpartout del mio guardaroba. Perfetto per l’ufficio, dona un tocco chiccoso anche a jeans e t-shirt. Mi fa sentire subito professionale anche quando indosso un semplice vestitino.

La difficoltà è trovare il modello giusto, leggero ma caldo e traspirante, sapientemente sagomato.

Quello che amo di più è un blazer di seconda mano di Diane Von Fursterberg: pagato 20 euro su Ebay lo adoro!

7. la gonna nera ampia. La mia gonna nera ampia di Annacristy milano è un vero e proprio capo passepartout. E’ perfetta con tutto e in ogni situazione. Se voglio fare la femme fatale gli abbino il giubbino di pelle nera e degli stivali con tacco a stiletto. Se mi sento più romantica, la indosso con una camicia in pizzo rosa cipria o una blusa in seta color avorio.

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La forma ampia nasconde i rotolini e i gonfiori e la lunghezza al ginocchio è strategica per coprire appunto quella zona, le ginocchia, che io non amo particolarmente.

8. i pantaloni in ecopelle: da rockettara qual sono, non potevano mancare nel mio guardaroba.

Il segreto per indossarli a 40 anni è questo: non devono avere la vita bassa, sennò quando ci si siede escono le trippe e si vede la gettoniera; vanno indossati con capi molto bon ton o basici: per esempio, sono perfetti  con una t-shirt bianca, il blazer nero ad un bottone e delle classiche decolleté nere.

9. i miei stivali cuissardes: i cuissardes li ho adorati da sempre, come dicevo nel post dedicato a come indossarli, ho avuto un colpo di fulmine quando li ho visti per la prima volta addosso a Julia Roberts in Pretty Woman. Li indosso praticamente con tutto, infischiandomi di chi dice che a 40 anni non si dovrebbero portare!

10. Abitino a fiori di Zara: il mio vestitino di Zara rosso l’ho pagato 12 euro ai saldi dell’anno scorso.

L’ho preso perché mi piaceva la forma con il collo alto, i dettagli in pizzo e le rouches e il tessuto traspirante in viscosa.

La forma svasata sagoma le forme senza involgarirle.

La lunghezza è giusta, corta ma non troppo. Nonostante la fantasia sia molto “over”, lo posso indossare anche in ufficio con calze coprenti, francesine nere basse e un blazer lungo. Oppure, per la sera, è fantastico con i cuissardes neri e un giubbino in pelle.

Mi fa sentire speciale ogni volta che lo indosso e, se ho un’uscita importante, scelto sempre questo abito. E’ il mio vestito portafortuna!

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Ecco i miei 10 capi che mi rappresentano… mi racconti uno dei tuoi?

Sull'autrice

Sono Isabella Berardi e, dal 2015, svolgo la professione più bella del mondo: la social media manager.
Con i miei percorsi formativi e con consulenze personalizzate, aiuto i piccoli brand creativi del settore moda, accessori, food, wellness e yoga a comunicare meglio la propria attività ed eccellenza sui social network e nel mondo digitale.
Se parti da zero, quindi, sei nel posto giusto!

error: Buongiorno, questo contenuto è protetto, spero che capirai, ma non voglio che le mie immagini girino senza il mio consenso. Grazie di cuore