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Isabella Berardi
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Come funziona l’algoritmo di Instagram nel 2023 spiegato facile
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Come funziona l’algoritmo di Instagram nel 2023 spiegato facile

Come funziona l'algoritmo di Instagram nel 2023 - The Fashion Cherry Diary

Come funziona l’algoritmo di Instagram? Come possiamo fare in modo che lavori a nostro favore? Scopriamolo insieme in questo dettagliato articolo, in cui vedremo come funzionano i differenti algoritmi di Instagram e come possiamo migliorare la visibilità dei nostri post, stories e reels. In fucsia, troverai le mie considerazioni alla voce “Piccola considerazione” per avvantaggiarci di quanto spiegato, oltre ad un riassunto nel paragrafo finale.

A fine maggio 2023, Adam Mosseri, il numero 1 di Instagram, ha condiviso un lungo articolo su come funziona l’algoritmo di Instagram sul blog ufficiale della piattaforma. Nel dettaglio, il focus del suo intervento è stato quello di spiegare, con trasparenza, il perché vediamo certi contenuti prima degli altri o più spesso degli altri o il perché ci troviamo determinati post o reels nel campo “Esplora”.

Non esiste solo un algoritmo

La prima cosa spiegata da Mosseri, cosa già nota, è che non esiste un solo algoritmo su Instagram: ne esistono di differenti a seconda del posizionamento scelto.

In parole povere, esiste un algoritmo specifico che regola il feed principale, le stories, i reels, la sezione “Esplora” e quella dedicata alla ricerca.

Questi differenti algoritmi sono “tarati su misura” a seconda di come le persone utilizzano queste differenti sezioni.

Vediamo ci capire come funzionano nel dettaglio.

Come funziona l’algoritmo di Instagram nel feed principale

Il feed è uno dei cuori di Instagram ed è quell’insieme di differenti contenuti che vediamo quando entriamo nella piattaforma. Quelli che scorriamo con il ditino, per intenderci, quando abbiamo 5 minuti di tempo libero.

Questa sezione contiene questo mix di contenuti:

  • contenuti degli account che seguiamo
  • contenuti degli account che non seguiamo, ma a cui potremmo essere interessati
  • sponsorizzazioni

Perché vediamo certi contenuti in questa sezione?

Mosseri spiega che la scelta viene fatta in 2 fasi.

Fase 1. Ci vengono mostrati i post recenti delle persone che seguiamo e i post di persone/account a cui potremmo essere interessati, in base alla tipologia di contenuti con cui abbiamo interagito.

Esempio: se interagiamo sempre con post di borse, sarà probabile che nel feed ci troveremo, tra i “suggeriti” di Instagram, altri post di tematica similare.

Fase 2. Il controllo dei segnali. Tornando all’esempio di prima, quello delle borse, non vedremo tra i “suggeriti” nel feed post di borse a caso.

Per farci vedere uno specifico post rispetto ad un altro, Instagram prende in considerazione quelli che chiama i “segnali”.

Nel dettaglio sono:

  1. la nostra attività: i post a cui abbiamo messo like, salvato, commentato. Queste nostre attività aiutano IG a capire a cosa siamo interessati e, di conseguenza a farci vedere contenuti correlati;
  2. informazioni sul post in questione: quanto è popolare quel post? Quanto velocemente le persone stanno commentato, condividendolo, mettendo like? Quando e stato postato e dove? Piccola considerazione. Se posti in orari strani e le persone non stanno interagendo con il tuo post, difficilmente il tuo contenuto verrà consigliato nel feed di chi non ti conosce. Importante anche la geolocalizzazione. E’ presumibile che se aggiungi il geotag al tuo post, es Brescia, il tuo contenuto possa essere mostrato a persone nella zona, con la possibilità di essere scoperto da nuovi potenziali clienti in target.
  3. informazioni sulla persona che ha postato: tra i segnali che vengono considerati ci sono quante volte altre persone hanno interagito con quell’account nelle ultime settimane o quanto quella persona o quell’account potrebbero essere interessanti per noi. Piccola considerazione: se stai assente per mesi e poi torni a postare… questo segnale non ci sarà e, quindi, potresti non finire tra i “suggeriti”.
  4. informazioni sulle interazioni con un determinato account. Se interagiamo spesso con un account, l’algoritmo del feed tenderà a riproporcelo.

Da questi 2 step, l’algoritmo fa poi delle ulteriori “previsioni” in base alle azioni che potremmo compiere su quel post.

Più è alta la probabilità che tu compia un’azione su un determinato post, più IG te lo mostrerà nel feed.

Queste azioni sono:

  1. la probabilità che dedichiamo qualche secondo del nostro tempo a guardare quel contenuto
  2. la probabilità che lo commentiamo
  3. la probabilità che mettiamo like a quel contenuto
  4. la probabilità che lo condividiamo
  5. la probabilità che, incuriositi, andiamo a vedere la foto del profilo della persona che ha postato

Come funziona l’algoritmo di Instagram nelle stories

In questa sezione di Instagram, troviamo questo mix: le stories di chi seguiamo e le sponsorizzazioni.

Questa è una considerazione interessante sui cui spendo due righe: spesso mi chiedete su Instagram se postare solo nelle stories aumenterà i vostri follower. La risposta che vi dico sempre è “no”.

Questo perché nei “tondi” delle stories che vediamo quando accediamo a IG, vediamo solo contenuti di chi già seguiamo. Le stories non finiscono in “Esplora”.

Quindi, se le stories non ci aiuteranno ad acquisire nuovi follower, sicuramente sono uno dei luoghi ideali per creare la tua community.

Come fa Instagram a decidere quali stories farci vedere per prima? Anche in questo caso, ci sono alcuni segnali che vengono presi in considerazione:

  • i nostri comportamenti: se visualizziamo sempre le storie di un determinato account, è probabile che IG ce le riproporrà tra le prima da vedere nuovamente, quando se ne aggiungono altre
  • le nostre interazioni: se interagiamo spesso con le stories di una determinata persona, mettendo like o mandando messaggi, le rivedremo prima delle altre
  • la nostra relazione con quell’account: questo è un parametro di vicinanza. Se la persona in questione è un amico più stretto, un familiare etcetc vedremo le sue storie prima degli altri.

Tutti questi fattori, connessi con la probabilità che interagiremo con determinati contenuti, sempre in questo posizionamento, faranno in modo che le stories di determinati account ci verranno proposte prima di altre.

Piccola considerazione: cerchiamo l’interazione delle stories, incoraggiamo le persone a mandarci DM, facciamo un piano editoriale nelle stories che sia differenziato da quello del feed, portiamo le persone dal feed principale o dal canale broadcast alle stories.

Se diamo gli stessi contenuti nel feed e nelle stories, perché le persone dovrebbero venire a vederci e interagire con noi?

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Come funziona l’algoritmo di Instagram nella sezione “Esplora”?

In questa sezione, che è contrassegnata dal simbolo di una lente, troviamo essenzialmente contenuti di account che non seguiamo. Come fa IG a stabilire cosa finisce in questa sezione, che è personalizzata in modo differente per ogni utente?

Si basa sulla nostra attività e sui post per cui abbiamo mostrato interesse nel passato: se abbiamo messo like, commentato, salvato e condiviso un determinato contenuto.

Oltre a questa valutazione, c’è anche un secondo step di controllo che IG effettua per capire, a parità di argomento, che post farci vedere.

Questi i segnali che vengono presi in considerazione:

  1. informazioni sul post. Se è popolare e quanto velocemente le persone stanno reagendo allo stesso con commenti, like, salvataggi etc.
  2. la nostra attività in Esplora. Con che tipo di contenuti abbiamo interagito? Se interagiamo sempre con la stessa tipologia di post, è probabile che ce li ritroveremo anche nel campo Esplora
  3. l’eventuale interazione con la persona che ha postato. Se abbiamo già interagito con i post di una determinata persone, potremmo trovare nuovi contenuti della suddetta persona in Esplora
  4. informazioni sulla persona che ha postato. Quante persone hanno interagito con quel determinato account nelle ultime settimane? Piccola considerazione: se non ci sono interazioni, difficilmente finiremo nel campo “Esplora”.

Come funziona l’algoritmo dei reels

Per quanto riguarda i reels, il mix dei contenuti che vediamo riguarda soprattutto reels realizzati da account che ancora non seguiamo, con un’enfasi su contenuti legati all’intrattenimento, come ci dice Mosseri.

Le previsioni che determinano se un reel finirà nel tuo feed sono legate alla probabilità che tu lo ricondivida, guardi il reel fino alla fine e clicchi sulla pagina dell’audio, per vedere nuovi contenuti ed ispirarti a realizzare il tuo reel.

I segnali che IG prende in considerazione sono:

  • la nostra attività. Quali sono i reel che abbiamo salvato, condiviso etcetc
  • la nostra interazione con la persona che ha postato il reel
  • le informazioni sul reel, come ad esempio la popolarità di quel contenuto
  • le informazioni sulla persona che ha postato: in questo caso, i parametri sono legati alla popolarità e vengono considerati il numero dei follower e l’engagement (per scoprire come calcolarlo, leggi il mio articolo dedicato a “Come calcolare l’engagement rate”).

Nel caso del reels, Mosseri specifica anche le penalizzazioni alla visibilità di certi reels.

Questo succede se postiamo video in bassa risoluzione, se ci sono dei marchi es quelli di TikTok, se ci sono dei bordi, cioè l’immagine non è verticale, i reels con troppo testo o quelli relativi a questioni politiche.

La penalizzazione interessa anche reels che sono già stati postati su Instagram o quelli privi di suoni.

Piccola considerazione: lavoriamo con audio in trend perché incuriosiscono sempre le persone e le portano a cliccare sulla pagina dell’audio, dando così un segnale positivo all’algoritmo. Tuttavia, se il contenuto di base non è buono, non ci sarà audio in trend che tenga :-).

Creiamo i nostri reels mantenendo alti il ritmo e la tensione, dando il contenuto più importante al termine, in modo da incentivare le persone a guardarli fino al termine.

Lavoriamo anche per creare contenuti che le persone possano condividere: in genere, sono contenuti di utilità o di ispirazione.

Come far lavorare l’algoritmo per noi

Abbiamo visto qui la sintetica panoramica relativa a come funziona l’algoritmo di Instagram per i differenti posizionamenti. Come possiamo avvantaggiarci da quanto abbiamo scoperto? Vediamolo insieme.

L’importanza della costanza. In più punti della spiegazione, Mosseri indica che, tra i segnali che vengono presi in considerazione per mostrarci un contenuto rispetto che un altro, c’è anche l’eventuale interazione con l’account in questione nelle ultime settimane. Se non postiamo per mesi e poi, magicamente, riappariamo, non aspettiamoci di finire nei feed delle persone o che l’algoritmo lavori per noi.

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La ricerca dell’interazione. Più interagiamo con un account più ci verranno mostrati i suoi contenuti. Creiamo contenuti per far commentare le persone (qui il mio post con 7 strategie per avere più commenti), usiamo gli stickers nelle stories, per esempio.

Studiamo i contenuti a cui mettono like i nostri potenziali clienti. Questo è legato al finire nel campo “Esplora” e, quindi, al farci conoscere da persone che ancora non ci seguono. Per farlo, andiamo a vedere i contenuti più popolari dei nostri competitor.

Come possiamo replicarli, senza copiare, per avere una probabilità di finire nel campo “Esplora”? Se riusciamo a ricreare contenuti nostri a cui i nostri potenziali clienti mettono like in genere potremmo finire tra i suggeriti di IG.

Chiediamo alle persone di aggiungerci tra i Favoriti. Se siamo tra i Favoriti, le persone vedranno i nostri contenuti prima degli altri. Dobbiamo dargli un “perché” forte, però. Non ti metterò mai tra i favoriti se mi propini solo contenuti di vendita a nastro.

Seguiamo sempre le linee guida di Instagram. Mosseri, nel suo articolo, fa riferimento al rispetto delle Linee Guida della Community e al rispetto delle Linee Guida per i Consigli.

Se violiamo queste regole, non solo i nostri post non verranno “suggeriti” ad altri, ma potremmo avere ripercussioni ben più gravi.

Questo lunghissimo blog post è concluso! Ti aspetto sui miei social per farmi sapere se ti è piaciuto o le tue curiosità al riguardo.

Sull'autrice

Sono Isabella Berardi e, dal 2015, svolgo la professione più bella del mondo: la social media manager.
Con i miei percorsi formativi e con consulenze personalizzate, aiuto i piccoli brand creativi del settore moda, accessori, food, wellness e yoga a comunicare meglio la propria attività ed eccellenza sui social network e nel mondo digitale.
Se parti da zero, quindi, sei nel posto giusto!

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