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Isabella Berardi
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Personal branding: cos’è e a cosa serve
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Personal branding: cos’è e a cosa serve

Personal branding cos'è e come si fa - Isabella Berardi The Fashion Cherry Diary

Personal branding: cos’è, a cosa serve e perché è importante lavorare fin da subito alla costruzione del nostro personal brand. In questo nuovo post, affrontiamo tutti questi argomenti e facciamo insieme un esercizio concreto per passare dalla teoria alla pratica. Cominciamo!

Personal branding: cos’è e cosa vuol dire questa parola

Il personal branding è una parola relativamente nuova per definire qualcosa di molto antico: la nostra reputazione, anche se in realtà il “personal branding” è un concetto più ampio, come spiegherò poi.

Tra le mille definizioni che ci sono di personal branding quella che mi piace di più è di Jeff Bezos, patron di Amazon, che afferma che Il personal branding è quello che la gente dice di te una volta che sei fuori dalla stanza”.

Quindi “reputazione”, “insieme delle percezioni”, “fama” sono tutte espressioni già esistenti per parlare di “personal branding”, anche se non c’è una completa sovrapposizione tra personal branding e questi concetti, come spiegavo.

Il personal branding comprende una parte più “attiva” e consapevole che vedremo dopo.

Quando nasce il “personal branding”

Sostanzialmente, la locuzione “Personal branding” nasce nel 1997, con la pubblicazione dell’articolo “The brand called you” di Tom Peters. Qui un piccolo estratto:

“Indipendentemente dall’età, dalla posizione, dal business di cui ci occupiamo, tutti noi dobbiamo capire l’importanza del branding.

Noi siamo i CEO delle nostre compagnie personali. La “Io” Spa. Per essere nel business oggi, il nostro lavoro più importante è essere i capi del marketing del brand chiamato “Tu”.

Qual è stata la novità? Questo testo ci segnala che dobbiamo renderci protagonisti attivi della nostra reputazione, nocchieri della nostra fama, togliendola dalla mitologia o dal “subirla passivamente” per passare al campo della strategia, dell’operatività, dell’azione. Siamo noi che governiamo la nostra reputazione e dobbiamo abituarci a pensare a noi stessi come un brand vero e proprio, come se fossimo una marca.

Personal brand: come è messo il tuo?

La prima riflessione che vi invito a fare è questa: tutti abbiamo una reputazione, volenti o nolenti.

  • Com’è la nostra?
  • Cosa dice la gente di noi, anche in relazione al nostro lavoro?
  • La nostra reputazione sta aiutando le nostre vendite?
  • Vogliamo e sappiamo governare questa reputazione o ne siamo governati?

Prova a fare una piccola ricognizione al riguardo.

Il testo di Peters è abbastanza chiaro quando lo leggiamo e non si può NON essere d’accordo sul fatto di diventare i capi del marketing del brand chiamato “tu”.

Metterlo in pratica è un’altra cosa.

Perché è importante fare personal branding?

Giunti a questo punto, credo che sia abbastanza palese il perché sia importante fare personal branding.

Perché “La nostra fama ci precederà”.

Come sempre, ti invito a pensare alla tua esperienza quotidiana: quante volte hai acquistato un prodotto o servizio ad un prezzo anche più alto perché la persona che lo vendeva ti “convinceva” di più? O perché aveva un’ottima reputazione? Perché avevi visto che aveva buone recensioni? O perché frequentava gente ed eventi importanti del settore?

Direi che ti è sicuramente capitato. Quello che capita a noi nel processo di decisione, succede probabilmente anche agli altri.

Raccontarci come professionisti, come persone, al di là di ciò che vendiamo, è fondamentale.

Quello che comunichiamo conta più di quello che sappiamo fare tecnicamente

C’è questa frase molto bella tratta da una ricerca del Carnagie Institute of Technology, la fonte è Forbes:

“L’85% del tuo successo finanziario è dovuto alla tua personalità e alla tua abilità di comunicare, negoziare e agire come un leader. Sorprendentemente, solo il 15% è legato alla conoscenza tecnica”.

Incredibile, vero?

I vantaggi di un personal brand forte

Quindi, quali sono i vantaggi di un forte personal brand?

  • Ci aiuta a posizionarci in modo univoco nella testa del nostro cliente ideale, con un’immagine ben riconoscibile, a cui le persone associano valori, esperienze, emozioni;
  • Un personal brand forte lavora per noi ancora prima che le persone entrino in contatto con noi;
  • Ci aiuta a rendere più semplice il percorso che un utente compie prima di diventare nostro cliente;
  • Ci aiuta a giustificare prezzi più alti (ovviamente la qualità deve essere alla base di tutto);
  • Ci aiuta a far cadere prima le obiezioni dei nostri clienti.

Il personal brand mette la luce su di te

Inoltre, fare personal branding è importante per questo fondamentale motivo: attraverso le strategie con cui costruiamo il nostro “personal brand”, mettiamo in luce l’unica vera differenza che possiamo proporre ai nostri clienti, cioè NOI, la nostra persona.

Non è il prodotto a fare la differenza, siamo noi!

Questo lo dico perché spesso nella mia community mi scrivono “Guarda, io vendo questo prodotto o servizio pazzesco, che faccio solo io”. Questo è una falsa convinzione contro la quale mi sono scontrata anche io.

È facile cadere nella trappola del “questa cosa la faccio solo io”, soprattutto quando si ha a che fare con i brand creativi.

Innanzitutto, dobbiamo vedere se è vero, perché raramente c’è qualcosa di nuovo sotto il sole. Inoltre, spesso a chi legge il post questa cosa, questa nostra differenza, non è sempre così chiara. 

Spesso quelle che per noi sono differenze importanti a livello di erogazione del servizio o del prodotto, al pubblico non arrivano.

Ma torniamo  a noi.

Pensiamo ad un’assistente virtuale, a un social media manager, a una persona che realizza grafica o loghi.

Di fronte ad una platea di persone che offrono più o meno lo stesso servizio, qual è quel “quid” che ci farà capitolare? Sicuramente la personalità di quell’assistente virtuale, i suoi valori, il suo modo di fare, come si pone, come si presenta.

Ritornando alla nostra esperienza: quante volte è capitato anche a te di scegliere un professionista con cui lavorare non per il servizio in sé, che giudicavi simile agli altri, ma per questi aspetti “impalpabili”? Perché grazie a quello che raccontava ci ha fatto sentire vicini e ha fatto in modo che ci fidassimo di lui?

Sempre lo stesso articolo di Forbes che ho citato prima, riprende un ulteriore ricerca del premio Nobel Daniel Kahneman, che evidenzia come le persone preferiscano fare business con le persone che apprezzano e di cui si fidano piuttosto che con qualcuno che non gli piace, anche se la prima persona, quella che apprezzano, gli sta offrendo un prodotto o servizio di minor qualità ad un prezzo più alto.

Quindi, pensaci la prossima volta che pensi di fare l’ennesimo post senza personalità sui social network.

Come fare personal branding sui social network?

Come si fa personal branding nel concreto? Il personal branding è un viaggio a medio-lungo termine, soprattutto se partiamo da zero e nessuno ci conosce. Infatti, il percorso che trasforma un perfetto sconosciuto in un cliente non è breve e deve essere pianificato anche mettendo in campo strategia di costruzione del nostro personal brand. Qui puoi approfondire la tematica: “Come trasformare i follower in clienti”.

È un percorso che passa attraverso la creazione di contenuti, non c’è scampo: ogni tipo di contenuto diventa un tassello del nostro mosaico, anche quelli che mettiamo sugli account personali.

 È un lavoro che richiede costanza e mi piace paragonarlo al crescere una pianta: con cadenza regolare dobbiamo dargli cura, attenzioni, potare i rami secchi, verificare che cresca bene. Non succede da un giorno all’altro, dobbiamo avere tempo e pazienza.

La costanza è quindi da mettere tra gli ingredienti che dovremo avere nel nostro paniere se vogliamo iniziare.

Non solo per gli algoritmi, che privilegiano i contenuti freschi ed è quindi inutile aver fatto un ottimo contenuto 6 mesi fa e poi stop, ma soprattutto per le persone.

Le persone quando utilizzano i social non lo fanno con accesi tutti i sensori dell’attenzione! Spesso “spippolano” i feed quando sono in metropolitana, mentre fanno la pausa caffè, mentre guardano una serie TV.

Non sono attenti!

Apparire una volta, raccontate la nostra differenza e, poi, scomparire ci farà finire nel dimenticatoio presto.

Dobbiamo fare in modo che le persone ci ricordino. Se non ci conoscono e siamo all’inizio, questo avviene con il comparire nei loro feed in modo cadenzato con i nostri contenuti, con la ricerca di interazione (sempre tramite ciò che postiamo).

Da qui, si inizia a costruire un rapporto con queste persone, che dai contenuti porta alla creazione di relazioni, alle conversazioni, e alla nascita di un clima di fiducia. Solo da qui poi si passa alla vendita, con il tempo.

Personal branding: cos’è. La mia definizione

Il personal branding è, quindi, un racconto di noi fatto in modo strategico, dove convergono i nostri valori, le nostre esperienze, la nostra storia, al fine di influenzare, in modo etico e onesto e con il tempo, la percezione che gli altri hanno di noi e migliorare il nostro posizionamento.

Il punto di partenza siamo NOI. Non il nostro prodotto o servizio, ma NOI! Questo è un dato assodato.

Il che non vuol dire parlare solo di noi, ma trovare il giusto mix tra contenuti di personal branding e contenuti di vendita.

Come fare personal branding. Esercizio “Trova la tua parola guida”

Per aiutarti a iniziare il tuo percorso di costruzione del tuo personal brand, ti propongo un esercizio facile, ma potente: trovare la tua “parola guida”.

Questa parola rappresenterà l’essenza della tua identità e sarà il filo conduttore di tutto ciò che condividerai sui tuoi social. Prenditi qualche minuto di riflessione e pensa a ciò che più ti descrive come persona e imprenditore/imprenditrice.

È la tua determinazione? La creatività? La disciplina?

Identifica la parola che ti rappresenta meglio e trasformala in post per i tuoi social.

Cerca 10 episodi della nostra vita dove hai incarnato questa parola e crea 10 post che poi pubblicheremo sui social che hai deciso di presidiare, mixando ovviamente questa tipologia di contenuti con quelli di vendita diretta, con le testimonianze dei clienti, i tutorial e tutte le rubriche del tuo piano editoriale.

La domanda che mi fanno sempre a questo punto è “Ma io ho paura che le persone si stuferanno se parlo sempre di me o non faccio tutorial o tolgo il focus da ciò che vendo”.

La risposta è: se si stuferanno non sono le persone giuste per noi!

Come segnalavo con l’esempio di Kahneman di prima, noi scegliamo le persone per l’empatia che scatta attraverso i contenuti.

Se fai fatica, c’è un corso per te

Se vuoi un percorso per costruire il tuo personal brand passo a passo c’è il mio corso “Personal branding per imprenditrici solitarie”. Insieme, in oltre 2 ore di corso, affronteremo numerosi punti come

  • Scopri i tuoi punti di forza e la tua differenza
  • Sviluppa la tua promessa di valore
  • Come creare una strategia di personal branding vincente
  • Come declinare il tuo personal branding su differenti social
  • Come legare personal branding e strategie di vendita

Anche se parti da zero e hai già un account. Lo trovi qui: “Personal branding per imprenditrici solitarie”

Personal branding: cos’è. Ascolta anche la versione podcast

Se vuoi, puoi ascoltare anche la versione podcast di questo blog post. La trovi su Spreaker qui: “Instagram e social vari: perché e come fare personal branding”.

The Fashion Cherry Diary - Podcast personal branding

Sull'autrice

Sono Isabella Berardi e, dal 2015, svolgo la professione più bella del mondo: la social media manager.
Con i miei percorsi formativi e con consulenze personalizzate, aiuto i piccoli brand creativi del settore moda, accessori, food, wellness e yoga a comunicare meglio la propria attività ed eccellenza sui social network e nel mondo digitale.
Se parti da zero, quindi, sei nel posto giusto!

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